Il Cyber-Stress: quando la tecnologia diventa una fonte di ansia

La tecnologia permea ogni aspetto della vita quotidiana, così emerge un fenomeno sempre più diffuso ma ancora poco discusso: il cyber-stress, ovvero lo stress causato dall’uso eccessivo o scorretto delle tecnologie digitali.
Un nuovo tipo di pressione
Tablet, smartphone, computer, smartwatch: strumenti pensati per semplificare la vita stanno in realtà contribuendo a crearne una più complessa. Il confine tra vita lavorativa e tempo libero si assottiglia, spesso fino a scomparire. La reperibilità continua, le notifiche incessanti, la pressione delle risposte istantanee e la mole di informazioni da gestire diventano fonti di affaticamento mentale.
Secondo una recente indagine dell'Osservatorio Nazionale sul Benessere Digitale, circa il 65% degli italiani dichiara di sentirsi “mentalmente sovraccarico” a causa dell’uso quotidiano della tecnologia. Una condizione che colpisce non solo lavoratori e professionisti, ma anche studenti e persino bambini.
I sintomi del cyber-stress
Il cyber-stress si manifesta con sintomi simili a quelli dello stress tradizionale: irritabilità, difficoltà di concentrazione, ansia, insonnia, fino ad arrivare a disturbi fisici come mal di testa e tensioni muscolari. Ma ciò che lo distingue è la sua origine: l’ambiente digitale. La paura di “perdersi qualcosa” (il cosiddetto FOMO, Fear of Missing Out), la pressione dei social, il multitasking digitale sono fattori scatenanti.
Lavoro e iperconnessione
In ambito professionale, lo smart working ha accentuato la sensazione di dover essere sempre disponibili. Riunioni su Zoom, email a qualsiasi ora, messaggi sui gruppi WhatsApp aziendali: il digitale ha smaterializzato l’orario di lavoro, rendendo difficile “staccare”. La sindrome da burnout digitale è sempre più frequente.
Giovani e nativi digitali
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i più giovani non sono immuni. Anzi, sono spesso i più vulnerabili. L’uso continuo dei social network, la pressione dell'immagine online e la dipendenza dagli smartphone possono generare un senso di inadeguatezza e contribuire allo sviluppo di disturbi dell’umore.
Prevenzione e consapevolezza
La soluzione non è demonizzare la tecnologia, ma imparare a gestirla in modo consapevole. Educare all’uso sano dei dispositivi digitali, promuovere pause digitali (le cosiddette digital detox), impostare orari precisi per la reperibilità lavorativa e coltivare spazi “offline” diventano azioni essenziali.
Anche le aziende stanno iniziando a riconoscere il problema: alcune introducono politiche di “disconnessione digitale” o strumenti per monitorare e ridurre il carico tecnologico dei dipendenti.
Un nuovo equilibrio
Il cyber-stress è un campanello d’allarme che ci invita a riflettere sul rapporto, spesso troppo simbiotico, che abbiamo con la tecnologia. Trovare un nuovo equilibrio tra online e offline non è solo una scelta salutare, ma una necessità per il benessere mentale e sociale del nostro tempo.
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