Cos’è il Revenge Porn Online e Come Cercare di Difendersi

Il fenomeno del revenge porn online ha assunto dimensioni preoccupanti, diventando uno degli aspetti più inquietanti della violenza digitale. Spesso alimentato da dinamiche di potere, vendetta o semplice superficialità, questo crimine mina profondamente la privacy e la dignità delle vittime. Ma di cosa si tratta esattamente? E come si può tentare di difendersi?
Che cos’è il Revenge Porn
Con il termine revenge porn (in italiano, “vendetta pornografica”) si indica la condivisione non consensuale di immagini o video a sfondo sessuale che ritraggono una persona, solitamente da parte di un ex partner o di qualcuno che ha avuto accesso ai contenuti in modo privato. Queste immagini vengono poi diffuse su internet — social network, siti pornografici, gruppi privati o pubblici — con l’intento di umiliare, minacciare o ricattare la vittima.
Tuttavia, non sempre la motivazione è la vendetta. In molti casi, la pubblicazione avviene per goliardia, lucro o pura crudeltà, rendendo il termine "revenge porn" riduttivo. Per questo, si parla anche di “pornografia non consensuale”, una definizione più ampia e inclusiva.
Un fenomeno in crescita
Secondo i dati raccolti da centri di ascolto e associazioni che si occupano di cyberviolenza, le denunce sono aumentate negli ultimi anni, soprattutto tra i più giovani. I contenuti vengono spesso diffusi a catena, senza possibilità per la vittima di fermare la propagazione.
Le conseguenze psicologiche sono devastanti: ansia, depressione, isolamento sociale, tentativi di suicidio. Le vittime spesso si sentono impotenti, colpevolizzate e stigmatizzate, invece di essere tutelate.
Cosa prevede la legge
In Italia, il revenge porn è reato dal 2019, con l’introduzione dell’articolo 612-ter del Codice Penale, nell’ambito del cosiddetto “Codice Rosso”. Chiunque diffonda immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone ritratte rischia da uno a sei anni di reclusione e multe fino a 15.000 euro. Le pene sono aggravate se il fatto è commesso da un ex partner o se la vittima è in una condizione di vulnerabilità.
Come difendersi
Difendersi dal revenge porn non è semplice, ma esistono alcuni strumenti e strategie utili:
- Non colpevolizzarsi: La responsabilità è sempre e solo di chi diffonde i contenuti, non di chi li ha realizzati in un contesto privato e consensuale.
- Segnalare subito: I social network principali (Facebook, Instagram, TikTok, X, Reddit) permettono la segnalazione di contenuti intimi diffusi senza consenso, con procedure specifiche.
- Rivolgersi alla Polizia Postale: È possibile sporgere denuncia anche online tramite il portale del Commissariato di PS. L’intervento tempestivo può limitare la diffusione.
- Assistenza legale e psicologica: Alcune associazioni, come PermessoNegato, Telefono Rosa o Cyber Rights, offrono supporto gratuito.
- Google e diritto all’oblio: Si può fare richiesta di rimozione dei link dai risultati di ricerca, allegando prove e spiegazioni dettagliate.
La prevenzione passa dall’educazione
Oltre agli strumenti legali, è fondamentale promuovere una cultura del rispetto del consenso e della privacy, soprattutto nelle scuole e tra i più giovani. Fare educazione digitale significa insegnare non solo come usare la tecnologia, ma anche come comportarsi online responsabilmente.
Il revenge porn non è un errore: è un crimine. E come tale va trattato, con serietà, consapevolezza e giustizia. Proteggere le vittime significa proteggere i diritti di tutti.
© 𝗯𝘆 𝗔𝗻𝘁𝗼𝗻𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗖𝗮𝗺𝗶𝗹𝗼𝘁𝘁𝗼
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