Cos'è un'account takeover

Per account takeover si intende la compromissione di un account privato tramite tecniche di hacking di vario genere.


Il significato di takeover corrisponde in italiano ad “acquisizione”: termine da intendersi con accezione prettamente negativa e con fini esclusivamente illeciti.


Il presupposto è che l’hacker entri in possesso delle credenziali di accesso, impiegando le più disparate truffe, tecniche di esfiltrazione o compravendita sul dark web.


Una volta ottenuto l’accesso all’account, il pirata informatico si premura di impedire al legittimo proprietario di accedere i propri profili, modificandone password e username. In tal modo, potrà usufruirne a suo piacimento potenzialmente a tempo illimitato.


Nella maggior parte dei casi, l’obiettivo degli hacker è ottenere un profitto economico dalla loro attività criminale. Difatti, ricorrono spesso al ricatto in seguito al furto di dati informazioni sensibili.


Nel caso di singoli cittadini digitali l’attacco è piuttosto diretto. Nel caso in cui l’obiettivo sia un’organizzazione, l’account aziendale compromesso viene sfruttato come punto di accesso privilegiato per penetrare nei sistemi.


Account takeover Vs. Identity Theft: qual è la differenza


Molto spesso, l’account takeover viene confuso con l’identity theft, ovvero il furto di identità digitale. Certamente, in entrambi i casi si verifica un furto di informazioni eseguito a fini illeciti. Tuttavia, sebbene il confine sia molto labile, si può affermare che:

  1. se, da un lato, chi compie account takeover si “limita” a rubare informazioni per un ritorno economico
  2. dall’altro, l’identity theft comporta la compromissione dell’identità online e offline della vittima


In quest’ultimo caso, infatti, gli hacker prendono possesso dei profili social degli utenti, pubblicando post e messaggi a loro nome e avviando una vera e propria campagna diffamatoria a spese dell’utente. Nonostante ciò, è fuor di dubbio che entrambi gli attacchi investano non soltanto la sfera tecnologica o economica, ma anche quella psicologica ed emotiva.


Account takeover: da cosa è causato


Generalmente, l’accesso illecito e il furto di account sono facilitati dagli utenti finali, che spesso non seguono tutte le buone norme di igiene delle password o sono incapaci di riconoscere i tentativi di phishing.


Tuttavia, ci possono essere delle vulnerabilità strutturali in alcune applicazioni, che possono agevolare notevolmente il lavoro degli hacker.

Esistono una pletora di attacchi, sia “tecnici” che di ingegneria sociale, che possono portare alla compromissione di un account.

Analizziamoli ed esaminiamone insieme le conseguenze.


Phishing


Il Phishing può essere condotto sia su larga scala (spear phishing) che sul singolo utente (whaling phishing).

Qui, l’hacker usa varie tecniche per cercare di frodare l’utente. Affinché la vittima gli consegni le credenziali, l’hacker può inviare finte mail di verifica account, promozioni, sconti ecc.

In ambito aziendale, si è stati sicuramente avvertiti di evitare e-mail sospette: questo perché la posta elettronica è il principale canale su cui viaggiano le campagne di phishing.


Brute-force, dizionari, credential stuffing


Concettualmente sono le prime tecniche che potrebbero venire in mente. Non richiedono necessariamente l’estorsione della password direttamente dall’utente, come nel phishing.

Possono avvenire senza interazioni, ma dipendono fortemente dal mancato rispetto delle buone norme sulla creazione e gestione delle password.


  • Gli attacchi brute-force generano combinazioni alfanumeriche casuali
  • Quelli a dizionario utilizzano database di password più utilizzate, talvolta filtrate in base all’ubicazione della vittima
  • Nel credential stuffing vengono sfruttate le password di un data-leak precedente e usate per accedere su altri servizi


Quest’ultima tecnica sottolinea un’altra responsabilità a carico delle organizzazioni. La gestione delle password deve essere diligente. Ogni volta che non vengono rispettati gli standard di sicurezza nella comunicazione e nello storage delle password, si creano le condizioni favorevoli alla loro esposizione e a furti di dati di ingente portata e gravità.


Presenza di malware sui dispositivi


Un utente distratto potrebbe scaricare dei file compromessi contenenti malware.



Keylogger e Trojan, ad esempio, agevolano le attività criminali degli hacker, anche nell’ambito degli account takover:

  • i keylogger tracciano le battute sulla tastiera mentre l’utente digita username e password
  • alcuni trojan, invece, sono appositamente progettati per trafugare dati sensibili e credenziali


Vulnerabilità in applicazioni e plug-in


Questa volta l’utente finale può farci ben poco. Il problema può risiedere in vulnerabilità di applicazioni o servizi di Terze Parti.

Una vulnerabilità a questo livello potrebbe affliggere chiunque interagisca con il servizio. Potenzialmente, questa problematica potrebbe esporre dati sensibili all’hacker capace di sfruttarla, arrivando anche a colpire diverse organizzazioni contemporaneamente.


Attacchi Man-in-the-middle


In un attacco MitM, l’aggressore si pone a metà strada tra l’utente e il servizio con il quale sta interagendo. Durante l’intercettazione, alcune informazioni potrebbero contenere delle credenziali non opportunamente protette da crittografia.

Da lì, il passo successivo è intraprendere un attacco mirato, forte delle credenziali appena ricevute.

Anche qui l’utente finale può osservare alcune regole, al fine di prevenire il furto di informazioni importanti. Tra le altre, ricordiamo di evitare di effettuare operazioni delicate (es. online banking) se si sta utilizzando una rete pubblica o, in generale, non si conoscono gli standard di sicurezza di una rete.


Conseguenze del furto di account


Se la compromissione dell’account va a buon fine, l’attaccante ottiene i privilegi e le facoltà dell’utente violato.

Perciò si profilano vari risvolti.


Profitto diretto. L’attaccante rivende le credenziali appena trafugate su piattaforme “di settore”, ovviamente illegali. Oltre ad essere destinate ad un utilizzo personale, le credenziali sono anche alla mercè del miglior offerente. Conseguenza diretta è l’aumento del numero di attacchi subiti.


Furto di dati. Una volta ottenute le credenziali, l’attaccante ha la facoltà di accedere ad ogni tipo di dato privato. A questo punto le informazioni vengono esfiltrate. Tra queste potrebbero esserci numeri di carte di credito o addirittura documenti personali utili all’identificazione. I dati rubati vengono messi in vendita o utilizzati come leva contrattuale per l’estorsione di un riscatto.


Iniezione di malware. Molti virus possono rivelarsi molto efficaci se acquisiscono privilegi di sistema anche minimi. Nel caso di account takeover, è possibile immettere dei malware direttamente all’interno del sistema. Il fine è sempre di ottenere una situazione nella quale si possa chiedere un riscatto. Alternativamente, i malware installati aiuteranno l’attaccante in futuri tentativi di offesa.


Creazione di condizioni favorevoli a ulteriori attacchi. Come già accennato, il furto di un account può gettare le basi per una catena di attacchi successiva. Alternativamente, le credenziali trafugate sono memorizzate in dizionari e usate per attacchi di credential stuffing su altre piattaforme.


Libertà di movimento in un network. La violazione di un account può rappresentare il punto d’entrata per un network altrimenti sicuro e robusto. Una volta entrato, l’hacker punta ad ottenere, tramite varie tecniche, ulteriori privilegi al fine di causare più danni possibile ed ottenere profitto.


Prevenzione e mitigazione del rischio di account takeover


Abbiamo visto che le possibili debolezze sono da rintracciare sia a livello di singolo utente che a livello di organizzazioni. Pertanto, la prevenzione passa sia dalla sensibilizzazione del personale che dall’implementazione di funzionalità specifiche.


Prevenzione


La principale causa di account takeover è la scarsa cura nell’applicazione delle buone norme di sicurezza degli account.

Precedentemente abbiamo identificato il phishing come uno dei principali strumenti con i quali si arriva all’account takeover. Per limitare la sua efficacia, una delle soluzioni preventive più impattanti è la formazione.


Nel caso delle aziende, formare il personale su:

  • recenti tecniche di raggiro
  • gestione e creazione di password sicure
  • importanza dell’autenticazione a due fattori


può ridurre il numero di tentativi di attacco andati a segno.


Esistono anche delle soluzioni tecniche che combattono il phishing. I provider di posta elettronica, infatti, spesso forniscono veri e propri filtri anti-phishing, i quali bloccano le e-mail provenienti da domini sospetti.

Infine, per evitare che gli account siano vulnerabili per colpa di bug o falle di sicurezza, è fondamentale testare periodicamente la robustezza delle applicazioni, mediante Vulnerability Assessment o Pentest.

Anche i protocolli di rete vanno valutati attentamente, per evitare che le credenziali che viaggiano su internet vengano intercettate e decodificate.


Mitigazione


Anche se l’account è stato compromesso, è sempre possibile ridimensionare l’azione offensiva. Ovviamente queste mitigazioni vanno implementate in ottica preventiva.


Approccio Zero-trust Security. Questo approccio complica la vita degli attaccanti, in quanto ogni richiesta è rifiutata finché non sono verificati dei parametri univoci. Ad esempio, sono richieste ulteriori assicurazioni sull’identità di chi sta interagendo con il sistema. Una metodologia zero trust capillare è in grado di identificare richieste sospette in breve tempo, salvando il sistema da danni maggiori.


Sandboxing. Essenzialmente, vuol dire creare compartimenti stagni. Quandanche un malware riuscisse a proliferare in un dato ambiente, questa tecnica ne bloccherebbe l’espansione al resto dell’infrastruttura.


Conclusioni


La compromissione di un account rappresenta una violazione critica. Da questa posizione, un attaccante può:

  • muoversi all’interno del sistema violato
  • trafugare dati
  • acquisire maggiori privilegi


Un account bucato è la base di appoggio per successivi attacchi, che gli hacker possono usare per le più svariate finalità illecite.

Non resta, quindi, che applicare le best practice raccomandate di password hygiene, security testing e formazione del personale. Senza dimenticare approccio Zero-Trust, filtri anti-spam e anti-phishing, e impiego intelligente del sandboxing.


© 𝗯𝘆 𝗔𝗻𝘁𝗼𝗻𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗖𝗮𝗺𝗶𝗹𝗼𝘁𝘁𝗼

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Autore: by Antonello Camilotto 19 giugno 2025
Nell'era digitale, il termine "troll di internet" è diventato comune, ma cosa significa esattamente e chi sono questi individui che si nascondono dietro uno schermo per disturbare le discussioni online? In questo articolo esploreremo l'origine del termine, i comportamenti tipici dei troll e come possiamo affrontarli. Origine del termine Il termine "troll" deriva dalla pesca con il metodo del trolling, che consiste nel trascinare un'esca in acqua per attirare i pesci. Allo stesso modo, i troll di internet pubblicano messaggi provocatori o offensivi nelle comunità online per suscitare reazioni emotive. La metafora si adatta perfettamente, poiché questi individui cercano di "pescare" risposte dagli altri utenti. Comportamenti tipici dei troll I troll di internet possono manifestarsi in vari modi, ma ci sono alcuni comportamenti comuni che li contraddistinguono: 1. Provocazioni intenzionali: I troll pubblicano commenti deliberatamente provocatori, offensivi o insensati con l'obiettivo di disturbare la discussione e suscitare risposte emotive. 2. Spam e off-topic: Possono inondare forum e sezioni di commenti con messaggi fuori tema o spam per distruggere la qualità della conversazione. 3. Attacchi personali: Spesso attaccano direttamente altri utenti, cercando di infastidirli o umiliarli pubblicamente. 4. Diffusione di disinformazione: I troll possono diffondere false informazioni per confondere gli altri utenti o per scopi malevoli. 5. Sockpuppetry: Utilizzano più account falsi per supportare le proprie argomentazioni o per creare l'illusione di un consenso. Motivazioni dei troll Le motivazioni che spingono i troll a comportarsi in questo modo possono variare. Alcuni lo fanno per puro divertimento, godendo del caos che creano. Altri possono avere obiettivi più specifici, come promuovere una certa agenda politica, vendicarsi di qualcuno o semplicemente esprimere la propria frustrazione e rabbia. Come affrontare i troll Affrontare i troll di internet può essere complicato, ma ci sono alcune strategie che possono essere utili: 1. Non alimentare il troll: La regola più importante è non rispondere alle provocazioni. I troll cercano reazioni, quindi ignorarli è spesso la migliore difesa. 2. Moderazione rigorosa: I forum e le comunità online dovrebbero avere moderatori attivi che rimuovano i messaggi dei troll e, se necessario, bannino gli utenti recidivi. 3. Educazione e sensibilizzazione: Informare gli utenti su cosa sono i troll e come comportarsi può aiutare a ridurre l'impatto delle loro azioni. 4.Strumenti tecnologici: Utilizzare filtri e algoritmi per individuare e bloccare i messaggi dei troll può essere efficace, sebbene non sia una soluzione infallibile. I troll di internet rappresentano una sfida continua per le comunità online. Comprendere chi sono e come operano è il primo passo per mitigare il loro impatto. Con un mix di moderazione attiva, educazione degli utenti e strumenti tecnologici, è possibile creare spazi online più sicuri e costruttivi, dove le discussioni possano prosperare senza l'interferenza dei disturbatori.
Autore: by Antonello Camilotto 18 giugno 2025
L'Itelligenza Artificiale (AI) si sta affermando come protagonista silenziosa ma decisiva nel panorama dell’informazione. Dalla produzione di contenuti alla personalizzazione delle notizie, passando per la lotta contro la disinformazione, l’AI sta rivoluzionando il modo in cui le persone si tengono aggiornate. Un cambiamento profondo, rapido, e tutt’altro che neutrale. Notizie su misura: l’informazione diventa personalizzata Algoritmi di machine learning e sistemi di raccomandazione sono ormai parte integrante delle principali piattaforme di informazione. Google News, Facebook, X (ex Twitter) e TikTok utilizzano l’AI per analizzare il comportamento degli utenti – click, tempo di lettura, condivisioni – al fine di proporre contenuti sempre più “su misura”. Il vantaggio è evidente: un flusso di notizie più rilevanti e in linea con gli interessi individuali. Ma il rovescio della medaglia è altrettanto chiaro: il rischio di restare intrappolati in bolle informative che confermano i propri punti di vista, limitando l’esposizione alla pluralità delle opinioni. Giornalismo automatizzato: l’AI scrive (già) le notizie In redazioni di tutto il mondo, l’AI sta assumendo un ruolo attivo nella produzione dei contenuti. Agenzie come Associated Press e Reuters utilizzano sistemi automatizzati per redigere articoli su risultati sportivi, report finanziari o cronache meteo. Si tratta di testi basati su dati strutturati, generati in pochi secondi e con costi ridotti. La velocità e l’efficienza sono i principali vantaggi, ma sollevano interrogativi sulla qualità, sull’originalità e sul ruolo dei giornalisti umani. L’AI può raccontare i fatti, ma sa davvero interpretarli? Può fare inchieste, porre domande scomode, contestualizzare una notizia? Fact-checking e disinformazione: l’AI come alleata (e minaccia) Uno degli ambiti più promettenti dell’AI è il contrasto alla disinformazione. Sistemi avanzati di riconoscimento linguistico e analisi semantica sono in grado di identificare fake news, manipolazioni di immagini e contenuti generati da AI stessa (deepfake). Organizzazioni come Full Fact nel Regno Unito o Pagella Politica in Italia stanno integrando strumenti AI nei loro processi di verifica. Tuttavia, la stessa tecnologia può essere utilizzata anche per creare contenuti ingannevoli sempre più credibili. L’AI generativa, come i modelli linguistici avanzati, permette di produrre testi, immagini e video falsi ma estremamente realistici. La sfida diventa così doppia: usare l’AI per difendersi... dall’AI. Il futuro dell’informazione è ibrido La trasformazione in atto è tutt’altro che conclusa. Quel che emerge è un futuro dell’informazione in cui l’elemento umano e quello artificiale dovranno convivere. I giornalisti del domani non saranno sostituiti dall’AI, ma dovranno imparare a usarla come strumento: per analizzare grandi quantità di dati, monitorare tendenze, ottimizzare il lavoro redazionale. Nel frattempo, gli utenti dovranno affinare il proprio senso critico, imparando a navigare tra contenuti sempre più filtrati, generati o influenzati da macchine. In un’epoca in cui le notizie sono a portata di click, ma la verità resta spesso sfuggente, l’AI rappresenta sia un’opportunità che una responsabilità. L’Intelligenza Artificiale sta ridefinendo radicalmente il modo in cui ci informiamo. Non è solo una questione tecnologica, ma culturale e democratica. Il modo in cui gestiremo questa transizione determinerà non solo l’evoluzione del giornalismo, ma anche la qualità della nostra conoscenza collettiva. 
Autore: by Antonello Camilotto 18 giugno 2025
I social network continuano a ricoprire un ruolo centrale nella vita quotidiana degli italiani. Secondo i dati più recenti forniti da Digital 2024 – il rapporto stilato da We Are Social in collaborazione con Meltwater – oltre 43 milioni di italiani utilizzano regolarmente internet, e di questi circa 40 milioni sono attivi sui social media, pari a quasi il 68% della popolazione. Ma quali sono le piattaforme più utilizzate in Italia? E come stanno cambiando le abitudini digitali? 1. WhatsApp: il primato della messaggistica Al primo posto, quasi senza rivali, troviamo WhatsApp. La popolare app di messaggistica è utilizzata da oltre l’85% degli utenti italiani. La sua semplicità, unita alla possibilità di inviare messaggi, foto, video e note vocali in tempo reale, la rende lo strumento di comunicazione preferito, sia per uso personale che lavorativo. 2. Facebook: meno giovani, ma ancora centrale Nonostante il calo di popolarità tra i più giovani, Facebook mantiene una posizione forte, con circa il 75% degli utenti attivi. La piattaforma di Mark Zuckerberg resta un punto di riferimento per l’informazione, la condivisione di contenuti e la partecipazione a gruppi tematici e comunità locali. 3. Instagram: il regno dell'immagine Instagram è la scelta preferita tra i giovani adulti e gli adolescenti, con oltre il 65% degli italiani che la utilizzano regolarmente. Il social visuale per eccellenza, con le sue stories, reel e post curati, continua a essere un ambiente privilegiato per influencer, brand e creativi. 4. TikTok: la crescita inarrestabile Tra le piattaforme in maggiore ascesa figura TikTok, che negli ultimi anni ha registrato una crescita esponenziale anche in Italia. Amatissimo dalla Gen Z, si stima che oltre il 40% degli utenti italiani tra i 16 e i 24 anni lo utilizzi quotidianamente. Il formato video breve e virale si conferma un potente strumento di intrattenimento e persino di informazione. 5. YouTube: più che un social, un motore di ricerca YouTube è considerato da molti un ibrido tra social network e piattaforma di contenuti. Utilizzato da oltre il 70% degli italiani, è il secondo sito più visitato dopo Google. Dai tutorial ai vlog, dai documentari ai podcast video, YouTube è una vera miniera di contenuti e una piattaforma sempre più strategica anche per i creator italiani. 6. LinkedIn e Telegram: le nicchie in crescita Meno generalisti ma in crescita costante, LinkedIn e Telegram si stanno ritagliando spazi importanti. Il primo come social professionale per eccellenza, usato da milioni di lavoratori e aziende italiane, il secondo come alternativa più riservata a WhatsApp, con un uso sempre più frequente nei canali di informazione indipendente e community tematiche. Conclusioni: tra abitudini consolidate e nuove tendenze Il panorama social italiano del 2025 è dinamico e frammentato. Se da un lato WhatsApp e Facebook continuano a dominare, dall’altro piattaforme come Instagram e TikTok stanno ridisegnando il modo in cui gli italiani, soprattutto i più giovani, comunicano, si informano e si esprimono. Con l’evoluzione tecnologica e l’aumento dell’intelligenza artificiale nelle piattaforme, è probabile che le abitudini social cambino ancora nei prossimi anni. Ma una cosa è certa: i social network, sotto varie forme, resteranno protagonisti della nostra quotidianità digitale.
Autore: by Antonello Camilotto 16 giugno 2025
Nell'era digitale, il campo di battaglia non è più un terreno fisico disseminato di trincee e fortificazioni, ma uno spazio virtuale in cui miliardi di clic si trasformano in armi potenti. Questa guerra silenziosa, combattuta a colpi di clic, ha rivoluzionato il concetto stesso di conflitto, trasformando ogni dispositivo connesso in un potenziale strumento di attacco o difesa. Cyber attacchi: La nuova frontiera del conflitto Gli attacchi informatici rappresentano una delle minacce più insidiose del nostro tempo. Dai virus e malware che infettano i computer personali ai sofisticati attacchi di phishing e ransomware che paralizzano intere organizzazioni, i cyber criminali sfruttano ogni vulnerabilità per ottenere vantaggi economici, politici o strategici. Uno degli esempi più noti è il caso del malware WannaCry, che nel 2017 ha colpito oltre 200.000 computer in più di 150 paesi, bloccando l'accesso ai dati e richiedendo un riscatto per sbloccarli. Questo attacco ha messo in evidenza quanto sia vulnerabile la nostra infrastruttura digitale e quanto possano essere devastanti le conseguenze di un'azione ben orchestrata. Spionaggio e Sorveglianza: L'ombra della privacy Non solo le organizzazioni criminali, ma anche stati e governi sono protagonisti di questa guerra digitale. Il cyberspionaggio è diventato una pratica comune tra le nazioni, che utilizzano hacker e strumenti avanzati per raccogliere informazioni sensibili e strategiche. Celebre è il caso di Edward Snowden, ex collaboratore della NSA, che ha rivelato l'esistenza di programmi di sorveglianza di massa utilizzati dagli Stati Uniti per monitorare le comunicazioni globali. Questi programmi non solo violano la privacy degli individui, ma sollevano anche seri interrogativi etici e legali. La sorveglianza di massa, giustificata spesso come necessaria per la sicurezza nazionale, può facilmente trasformarsi in uno strumento di controllo e repressione. La Difesa Digitale: Un'arma a doppio taglio Di fronte a queste minacce, la sicurezza informatica è diventata una priorità per governi, aziende e individui. Investimenti massicci in tecnologie di difesa, come firewall, software anti-malware e sistemi di crittografia, sono diventati essenziali per proteggere dati sensibili e infrastrutture critiche. Tuttavia, la corsa agli armamenti digitali presenta un paradosso: più diventiamo dipendenti dalla tecnologia per proteggerci, più crescono le potenziali vulnerabilità. Ogni nuova soluzione di sicurezza può diventare un nuovo obiettivo per gli hacker, creando un ciclo senza fine di attacchi e difese. Il Ruolo della Consapevolezza In questa guerra silenziosa, uno degli strumenti più efficaci è la consapevolezza. Educare gli utenti sui rischi informatici e su come proteggersi è fondamentale per creare una prima linea di difesa solida. Campagne di sensibilizzazione, formazione continua e una cultura della sicurezza possono fare la differenza nel prevenire attacchi e mitigare i danni. La guerra silenziosa combattuta a colpi di clic è una realtà che richiede una risposta globale e coordinata. Non si tratta solo di tecnologia, ma di persone, politiche e strategie che devono lavorare insieme per garantire un futuro digitale sicuro. In questo contesto, la collaborazione internazionale, la trasparenza e l'innovazione continua saranno cruciali per affrontare le sfide che ci attendono.
Autore: by Antonello Camilotto 16 giugno 2025
I social network continuano a ricoprire un ruolo centrale nella vita quotidiana degli italiani. Secondo i dati più recenti forniti da Digital 2024 – il rapporto stilato da We Are Social in collaborazione con Meltwater – oltre 43 milioni di italiani utilizzano regolarmente internet, e di questi circa 40 milioni sono attivi sui social media, pari a quasi il 68% della popolazione. Ma quali sono le piattaforme più utilizzate in Italia? E come stanno cambiando le abitudini digitali?  1. WhatsApp: il primato della messaggistica Al primo posto, quasi senza rivali, troviamo WhatsApp. La popolare app di messaggistica è utilizzata da oltre l’85% degli utenti italiani. La sua semplicità, unita alla possibilità di inviare messaggi, foto, video e note vocali in tempo reale, la rende lo strumento di comunicazione preferito, sia per uso personale che lavorativo. 2. Facebook: meno giovani, ma ancora centrale Nonostante il calo di popolarità tra i più giovani, Facebook mantiene una posizione forte, con circa il 75% degli utenti attivi. La piattaforma di Mark Zuckerberg resta un punto di riferimento per l’informazione, la condivisione di contenuti e la partecipazione a gruppi tematici e comunità locali. 3. Instagram: il regno dell'immagine Instagram è la scelta preferita tra i giovani adulti e gli adolescenti, con oltre il 65% degli italiani che la utilizzano regolarmente. Il social visuale per eccellenza, con le sue stories, reel e post curati, continua a essere un ambiente privilegiato per influencer, brand e creativi. 4. TikTok: la crescita inarrestabile Tra le piattaforme in maggiore ascesa figura TikTok, che negli ultimi anni ha registrato una crescita esponenziale anche in Italia. Amatissimo dalla Gen Z, si stima che oltre il 40% degli utenti italiani tra i 16 e i 24 anni lo utilizzi quotidianamente. Il formato video breve e virale si conferma un potente strumento di intrattenimento e persino di informazione. 5. YouTube: più che un social, un motore di ricerca YouTube è considerato da molti un ibrido tra social network e piattaforma di contenuti. Utilizzato da oltre il 70% degli italiani, è il secondo sito più visitato dopo Google. Dai tutorial ai vlog, dai documentari ai podcast video, YouTube è una vera miniera di contenuti e una piattaforma sempre più strategica anche per i creator italiani. 6. LinkedIn e Telegram: le nicchie in crescita Meno generalisti ma in crescita costante, LinkedIn e Telegram si stanno ritagliando spazi importanti. Il primo come social professionale per eccellenza, usato da milioni di lavoratori e aziende italiane, il secondo come alternativa più riservata a WhatsApp, con un uso sempre più frequente nei canali di informazione indipendente e community tematiche. Conclusioni: tra abitudini consolidate e nuove tendenze Il panorama social italiano del 2025 è dinamico e frammentato. Se da un lato WhatsApp e Facebook continuano a dominare, dall’altro piattaforme come Instagram e TikTok stanno ridisegnando il modo in cui gli italiani, soprattutto i più giovani, comunicano, si informano e si esprimono. Con l’evoluzione tecnologica e l’aumento dell’intelligenza artificiale nelle piattaforme, è probabile che le abitudini social cambino ancora nei prossimi anni. Ma una cosa è certa: i social network, sotto varie forme, resteranno protagonisti della nostra quotidianità digitale.
Autore: by Antonello Camilotto 16 giugno 2025
Il mondo digitale ha trasformato radicalmente il modo in cui viviamo, lavoriamo, interagiamo e persino pensiamo. Negli ultimi decenni, l'accelerazione dello sviluppo tecnologico ha portato a una digitalizzazione capillare di quasi ogni aspetto della nostra vita. Le informazioni viaggiano alla velocità della luce, le distanze fisiche sembrano annullarsi e le opportunità di connessione globale sono infinite. Tuttavia, vivere in un mondo digitale comporta anche sfide e interrogativi cruciali su privacy, etica, salute mentale e disuguaglianze sociali. Questo articolo esplorerà le implicazioni del vivere in un mondo dominato dal digitale, analizzando i cambiamenti positivi e negativi che questa rivoluzione comporta. La trasformazione della comunicazione Uno degli aspetti più evidenti della digitalizzazione è il cambiamento radicale nella comunicazione. Con l'avvento di Internet, le persone hanno accesso immediato a piattaforme che consentono di interagire con altre persone in tutto il mondo. Social network come Facebook, Instagram, Twitter, e più recentemente TikTok, sono diventati parte integrante della nostra quotidianità, creando un mondo iperconnesso. Questo ha portato a un abbattimento delle barriere geografiche e a una globalizzazione culturale senza precedenti. Tuttavia, questa iperconnessione ha anche portato a nuovi fenomeni come il sovraccarico informativo e la diffusione di fake news. La rapidità con cui le informazioni possono diffondersi online rende difficile verificare l'accuratezza delle notizie, creando disorientamento e una crescente polarizzazione sociale. Inoltre, la comunicazione digitale ha modificato profondamente le relazioni interpersonali. Le conversazioni faccia a faccia sono spesso sostituite da messaggi di testo o videochiamate, riducendo l'importanza del linguaggio non verbale e delle emozioni che ne derivano. Questo può portare a relazioni più superficiali e meno autentiche, anche se, paradossalmente, le persone sono più connesse che mai. L'impatto sul lavoro: dallo smart working all’automazione La digitalizzazione ha rivoluzionato il mondo del lavoro. In particolare, la pandemia di COVID-19 ha accelerato l'adozione dello smart working, permettendo a milioni di persone di lavorare da casa grazie a strumenti digitali come Zoom, Slack e Google Workspace. Molte aziende hanno iniziato a vedere i vantaggi di questo modello, come la riduzione dei costi operativi e una maggiore flessibilità per i dipendenti. Tuttavia, il lavoro da remoto ha anche posto nuove sfide, tra cui l'equilibrio tra vita privata e lavoro, l'isolamento sociale e la difficoltà nel mantenere una comunicazione efficace all'interno dei team. Un'altra importante tendenza legata alla digitalizzazione è l'automazione dei processi lavorativi. La diffusione dell'intelligenza artificiale e della robotica ha portato alla creazione di macchine in grado di svolgere compiti tradizionalmente riservati agli esseri umani, come l'analisi dei dati, la produzione industriale e persino la scrittura di articoli e testi. Mentre queste tecnologie migliorano la produttività e riducono i costi, suscitano preoccupazioni per il futuro dell'occupazione. Molti lavori manuali e di routine rischiano di essere eliminati, mettendo a rischio milioni di posti di lavoro. Allo stesso tempo, però, emergono nuove opportunità in settori legati alla tecnologia, alla programmazione e all'analisi dei dati. Educazione e apprendimento: nuove frontiere Il mondo dell'istruzione è stato profondamente influenzato dalla digitalizzazione. Piattaforme di apprendimento online come Coursera, edX e Khan Academy offrono corsi su una vasta gamma di argomenti, accessibili a chiunque abbia una connessione Internet. L'e-learning ha reso possibile l'educazione per milioni di persone che, per motivi economici, geografici o di altro tipo, non avrebbero potuto accedere a un'istruzione tradizionale. Inoltre, la tecnologia ha permesso una personalizzazione del percorso di apprendimento, adattando i contenuti alle esigenze e ai tempi dello studente. Nonostante questi vantaggi, la digitalizzazione dell'educazione presenta anche delle sfide. L'accesso diseguale alla tecnologia crea un divario tra chi può usufruire di questi strumenti e chi non ne ha la possibilità, aggravando le disuguaglianze sociali ed economiche. Inoltre, il rapporto umano tra insegnanti e studenti, fondamentale per lo sviluppo personale e emotivo, può risultare compromesso in un contesto puramente virtuale. Privacy e sicurezza nell’era digitale Vivere in un mondo digitale comporta una maggiore esposizione delle informazioni personali. Ogni volta che navighiamo online, lasciamo tracce sotto forma di dati, che possono essere utilizzati da aziende, governi o hacker per vari scopi. La questione della privacy è diventata centrale, con numerosi casi di violazioni di dati e scandali legati alla raccolta non autorizzata di informazioni, come il caso di Cambridge Analytica. La sicurezza online è un altro aspetto cruciale. Le minacce informatiche, come phishing, ransomware e furti di identità, sono diventate sempre più sofisticate, rendendo necessario un costante aggiornamento delle misure di sicurezza. Tuttavia, molti utenti non sono adeguatamente informati sui rischi che corrono o su come proteggersi, il che rende il cyberspazio un luogo potenzialmente pericoloso. Oltre alla sicurezza personale, esiste anche una preoccupazione crescente per il controllo governativo e la sorveglianza di massa. In molti paesi, la tecnologia è utilizzata per monitorare i cittadini, sollevando interrogativi su libertà e diritti civili in una società digitale. Benessere e salute mentale: il lato oscuro del digitale Se da un lato il mondo digitale offre innumerevoli vantaggi, dall'altro ha un impatto significativo sul benessere psicofisico delle persone. La continua connessione ai dispositivi digitali ha portato a fenomeni come la dipendenza da social media, l’ansia da prestazione e il cosiddetto “doomscrolling”, ovvero l'abitudine di scorrere incessantemente contenuti negativi e angoscianti. Questi comportamenti possono avere effetti deleteri sulla salute mentale, alimentando sentimenti di isolamento, depressione e stress. Anche la qualità del sonno è compromessa dall'uso eccessivo di dispositivi elettronici, specialmente prima di dormire, a causa dell'esposizione alla luce blu degli schermi che interferisce con la produzione di melatonina. Le nuove tecnologie, inoltre, possono influenzare negativamente anche la salute fisica. L'uso prolungato di dispositivi digitali può provocare problemi come il mal di schiena, la sindrome del tunnel carpale e disturbi della vista. È quindi essenziale trovare un equilibrio tra i benefici offerti dalla tecnologia e la necessità di mantenere uno stile di vita sano e attivo. Il futuro del mondo digitale: verso una società più inclusiva? Guardando al futuro, il mondo digitale continuerà a evolversi rapidamente. La sfida principale sarà quella di creare una società più inclusiva, dove tutti possano trarre vantaggio dalle opportunità offerte dalla tecnologia senza essere esclusi o penalizzati. Questo richiederà politiche che promuovano l'accesso equo alla tecnologia, l'alfabetizzazione digitale e la tutela dei diritti individuali. La tecnologia blockchain, la realtà aumentata e il metaverso sono solo alcune delle innovazioni che potrebbero rivoluzionare ulteriormente il modo in cui viviamo e interagiamo. Tuttavia, è fondamentale che queste innovazioni siano sviluppate e implementate con un approccio etico e sostenibile, tenendo conto delle conseguenze sociali ed economiche. Vivere in un mondo digitale offre immense opportunità, ma presenta anche sfide complesse. L'equilibrio tra l'utilizzo delle tecnologie per migliorare la nostra vita e la gestione delle conseguenze negative richiede consapevolezza, educazione e regolamentazione. Solo in questo modo potremo creare un mondo digitale che sia realmente al servizio delle persone, promuovendo il progresso senza sacrificare la nostra umanità.
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