Cos'è l'Archivio Universale dei Codici Sorgente?

Esiste un progetto che può essere definito come un “archivio universale dei codici sorgente”: è il Software Heritage.
Che cos’è Software Heritage
- Software Heritage è un’organizzazione senza scopo di lucro che ha come missione «raccogliere, preservare e condividere» tutto il software disponibile pubblicamente in forma di codice sorgente.
 - Il progetto è stato lanciato dall’Inria (Istituto nazionale francese per la ricerca in informatica e matematica applicata) nel 2016, in collaborazione con l’UNESCO e altri partner.
 - L’archivio raccoglie codice sorgente da piattaforme di sviluppo e repository pubblici (es. GitHub, GitLab) e package repository (es. npm, PyPI) per preservare la storia del software.
 
Perché “universale” e perché è importante
- “Universale” nel senso che mira a conservare tutto il codice sorgente pubblico, indipendentemente dal linguaggio o dalla piattaforma.
 - È importante perché il codice sorgente è parte integrante del patrimonio culturale e tecnico: sapere come è stato scritto, cosa fa e come si evolve, è utile per la ricerca, la riproducibilità scientifica, la trasparenza, la sicurezza.
 - In particolare, offre una base per lo “studio dei Big Code” (ossia analizzare su larga scala i codici sorgente) e per applicazioni quali l’intelligenza artificiale, la conservazione digitale, la tracciabilità.
 
Alcuni numeri e caratteristiche salienti
- L’archivio contiene decine di miliardi di file di codice sorgente, provenienti da centinaia di milioni di progetti software.
 - Ogni entità (file, directory, commit, progetto) ha un identificatore univoco, lo “SWHID” (Software Heritage ID), che aiuta a referenziare e tracciare il codice.
 - In Italia, il ENEA (Centro Ricerche di Bologna) ospita uno dei mirror istituzionali europei dell’archivio, consentendo la ridondanza e la conservazione locale.
 
A chi serve e come può essere utilizzato
- Ricercatori: per studi storici sul software, sull’evoluzione dei linguaggi, delle librerie, degli algoritmi.
 - Industria / Open Source: per garantire che del codice importante non vada perso, per facilitare la ri‐utilizzazione, per motivi di audit o sicurezza.
 - Educazione: studenti o professionisti possono esplorare codice storico, versioni, commit, per imparare.
 - Policy / Strategia nazionale: dato che il software è infrastruttura critica, conservarlo apre questioni di autonomia digitale e resilienza.
 
Limitazioni e note pratiche
- L’archivio comunque prende codice che è pubblicamente disponibile; non tutti i software proprietari chiusi o privati saranno inclusi.
 - Anche se “universale” nell’intento, ci sono limiti tecnici, legali e finanziari a quanto possa effettivamente coprire.
 - L’uso richiede comunque familiarità con il concetto di repository, versioning, etc; non è solo “scarica e usa” come libreria comune.
 - Per un uso pratico, serve verificare licenze, condizioni di riuso del codice contenuto — l’archivio conserva il codice, ma non sempre cambia le licenze originali.
 
© 𝗯𝘆 𝗔𝗻𝘁𝗼𝗻𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗖𝗮𝗺𝗶𝗹𝗼𝘁𝘁𝗼
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